Mental coach o psicologo dello sport?

26 Aprile 2025di Marina Gerin0

Psicologo dello Sport vs Sport Mental Coach: Due Figure a Confronto nel Mondo Sportivo

Nel panorama della preparazione mentale e del benessere psicofisico degli sportivi, emergono due figure professionali distinte, sebbene con aree di intervento che a volte possono apparire sovrapponibili: lo Psicologo dello Sport e lo Sport Mental Coach. Comprendere le differenze sostanziali tra queste due professioni è fondamentale per atleti, squadre e addetti ai lavori al fine di individuare il supporto più adeguato alle proprie esigenze.

La distinzione principale risiede nel percorso formativo e nel riconoscimento legale della professione. Lo Psicologo dello Sport è un professionista laureato in Psicologia (Laurea Magistrale), abilitato all’esercizio della professione previo superamento dell’Esame di Stato e iscritto all’Ordine degli Psicologi, un percorso che dura almeno 6 anni dopo le scuole superiori. Questo percorso garantisce una solida base teorica e metodologica nell’ambito della psicologia a 360 gradi, con una successiva specializzazione nel contesto sportivo, spesso attraverso Master o Scuole di Specializzazione post-universitarie. La sua formazione gli consente di operare non solo sugli aspetti legati alla performance, ma anche su eventuali disagi psicologici, disturbi o problematiche emotive che possono inficiare la pratica sportiva e il benessere generale dell’individuo. Lo psicologo è una figura sanitaria, per definizione è un paramedico, però lo psicologo dello sport spesso è un ex sportivo, un allenatore oppure uno studioso affascinato dalla mente dell’atleta.

Lo Sport Mental Coach, invece, non possiede un percorso formativo universitario standardizzato e riconosciuto legalmente come quello dello psicologo, può anche non essere laureato o può esserlo in una disciplina non affine alla psicolologia come ingegneria o economia e spesso proviene dal mondo aziendale del business. La figura del mental coach non è attualmente una professione regolamentata in Italia, il che significa che non esiste un Albo professionale a cui iscriversi né un percorso di studi abilitante stabilito per legge. La formazione in questo campo avviene tipicamente attraverso corsi di durata variabile offerti da enti o scuole private, che possono fornire strumenti e tecniche focalizzati sullo sviluppo delle potenzialità, la gestione dello stress e il miglioramento della performance. Tuttavia, la qualità e la profondità di tale formazione possono variare notevolmente.

Questa differenza nel background formativo si riflette nell’ambito di intervento:

  • Lo Psicologo dello Sport ha una sfera d’azione più ampia. Oltre a lavorare sull’ottimizzazione della performance attraverso tecniche di mental training (come visualizzazione, goal setting, gestione dell’attivazione emotiva), può affrontare e gestire problematiche complesse quali ansia da prestazione significativa, disturbi dell’umore, disturbi del comportamento alimentare, gestione di traumi sportivi, supporto nel recupero da infortuni, dinamiche di gruppo disfunzionali all’interno di una squadra, e supporto a genitori e allenatori su tematiche evolutive e relazionali legate allo sport giovanile. Lo psicologo dello sport è abilitato a fare diagnosi psicologiche nell’ambito delle proprie competenze e mette in atto interventi di sostegno psicologico finalizzati al benessere complessivo dell’atleta.

  • Lo Sport Mental Coach si concentra prevalentemente sull’allenamento delle abilità mentali finalizzate al miglioramento della performance sportiva. Il suo intervento mira a potenziare risorse già presenti nell’atleta, a sviluppare strategie per raggiungere obiettivi, migliorare la concentrazione, la motivazione e la gestione della pressione agonistica. Le sue tecniche si basano spesso sul coaching, sulla programmazione neuro-linguistica (PNL) e su altre metodologie orientate allo sviluppo del potenziale. È importante sottolineare che il mental coach non è abilitato a diagnosticare o trattare psicopatologie; in presenza di problematiche cliniche, deve indirizzare l’individuo verso uno psicologo o psicoterapeuta o medico.

In sintesi, mentre entrambe le figure possono operare nell’ambito della preparazione mentale dell’atleta, lo Psicologo dello Sport possiede un titolo di studio riconosciuto dallo Stato, è iscritto a un Albo professionale con un codice deontologico da rispettare e ha le competenze per intervenire su un ventaglio più ampio di bisogni che includono aspetti clinici e di salute psicologica. Lo Sport Mental Coach, pur potendo offrire un valido supporto per lo sviluppo della performance e delle potenzialità, opera in un contesto professionale non regolamentato e le sue competenze sono generalmente più circoscritte all’ambito del coaching e dell’allenamento mentale puro.

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